CAOS: L'AQUILA DIECI ANNI DOPO
Mostra bipersonale con la Pop Artista FRANCESCA FALLI.
"Ogni istante si dissolve in un soffio trasformandosi immediatamente in passato, la realtà è effimera e transitoria, pura nostalgia."
Isabel Allende, Ritratto in seppia, 2001
Era il 6 aprile 2009 quando a L’Aquila la terra tremò come non mai cambiando per sempre il destino della città e dei suoi abitanti. Una scossa di magnitudo 6.5 buttò giù case, palazzi, chiese. La città pagò un tributo altissimo, con 309 morti.
La città è stata seriamente danneggiata nel centro storico, devastato da smottamenti di terreno e crolli. Campanili di chiese venuti giù di colpo, edifici sventrati, palazzi pubblici danneggiati.
La furia distruttiva del sisma ha ridotto tutto in macerie e ricoperto di polvere vite e ricordi. Coloro che sono sopravvissuti, quelli che restano, diventano testimoni e memoria di un’intera comunità.
Può l' Arte lenire il dolore?
Può rappresentare la catastrofe generata da un terremoto di magnitudo 6.5?
Può raffigurare il senso di impotenza di fronte a centinaia di morti ed ad una città distrutta?
E' ciò che prova a fare questo progetto “CAOS: L’aquila dieci anni dopo” in cui due artisti di generi completamenti diversi fondono le loro opere.
Da un lato Francesca Falli con la sua Pop Art che con i suoi polli, i suoi paesaggi caotici, distorti ed enfatizzati, che troviamo nelle sue opere, esprime il caos mentale e visivo provocato dal sisma che ha colpito la sua città;
Dall’altro lato Francesco Loliva, fotografo, che , razionalmente, con i suoi scatti, mette a confronto la forza distruttiva della natura con la voglia e la capacità di ricostruzione dell’uomo .
Questa bipersonale non fotografa solamente lo stato della città ma vuole offrire al fruitore della mostra lo spunto per una riflessione profonda sul dramma che hanno vissuto e che continuano a vivere gli abitanti di questa che è diventata una città fantasma.
Il decennale deve essere l’occasione per fare il punto su quello che è già stato fatto di buono e del tanto che c’è ancora da fare per la ricostruzione!
“Il nostro cuore non è fatto di pietra. La pietra a un certo punto può andare in frantumi, sbriciolarsi, perdere ogni forma. Ma il cuore non può andare in frantumi. E questa cosa senza forma che ci portiamo dentro, buona o cattiva che sia, possiamo trasmetterla gli uni agli altri senza limiti.”
(Haruli Murakami)